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CAMPIONATO ITALIANO DI CORSA CAMPESTRE, ROMA. 
Il Commento di Luca del Curto
 

Purtroppo quest'anno sono stato costretto ad assistere da spettatore ai Campionati Italiani di Cross che si sono svolti la settimana scorsa a Roma. Vivere le gare da fuori non è certo esaltante come esserne protagonista, ma da spettatore ho avuto la possibilità di osservare l'ambiente e di rendermi conto di alcuni particolari che gareggiando difficilmente avrei notato.

 

Innanzitutto, voglio complimentarmi con tutti gli atleti che hanno onorato i Campionati Italiani e anche con gli organizzatori, capaci di riportare il cross in una cornice magnifica, dopo le pochezze organizzative dello scorso anno. E fin qui tutto benissimo.

 

Ciò che non è piaciuto è stato il Fidal-point allestito per l'occasione. Venivano vendute le pubblicazioni FIDAL (e fin qui tutto bene), ma soprattutto l'ambito materiale ASICS della nazionale. D'accordo che bisogna raccogliere fondi per far fronte alla crisi economica, ma quel materiale dovrebbe rappresentare un traguardo per gli atleti, qualcosa da conquistare, non certo da acquistare con i nostri cari EURO. Anche dal punto di vista etico-sportivo tutto ciò appare altamente pericoloso. Sembra un messaggio del tipo: "a che serve allenarsi? La maglia azzurra te la diamo noi!"

 

Triste realtà. Ciò che poi spaventa è che da questa piccola tenda delle meraviglie uscivano decine di ragazzi con magliette e tute...pochissimi tecnici con le pubblicazioni scientifiche: povera atletica, se le persone che vogliono un miglioramento tecnico sono così poche!

 

Un altro fatto che fa riflettere: l'esodo di pubblico prima della gara senior. D'accordo che molti venivano da lontano, che i treni non aspettano e che l'orario della gara non era dei migliori, ma come si fa a definirsi appassionati d'atletica se non si vogliono osservare da vicino i campioni che gareggiano? Che insegnamento vogliamo dare ai bambini che si avvicinano all'atletica? ok... non ci sono più i vari Cova, Antibo, Panetta (personaggi, questi, che molte nuove leve non conoscono nemmeno; ma come si fa???) ecc..ma se non cominciamo ad apprezzare ciò che abbiamo come faremo a rilanciarci? Non sarebbe il caso di arrivare a casa qualche minuto dopo per vedere all'opera i vari Battocletti, Pusterla, De Nard, Carosi? Questi personaggi, le loro storie e la loro corsa, non possono insegnare niente???

 

Siamo così sapienti da non aver bisogno di nulla?

 

Io credo proprio di no...ma forse molti domenica scorsa non l’hanno capito.

 

Povera atletica.

Luca del Curto , 24.3.02

 

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