|
||||
Informazioni sportive di tutti, in linea per tutti HOME PAGE |
||||
|
8 Marzo 2002 Festa della donna
Il sito SportInLinea dedica un saluto affettuoso a tutte le donne sportive e non ed e' lieto di ospitare un interessante articolo di Laura Faccio.
Riflessioni , sfoghi e altro di una ex atleta-donna nel giorno convenzionale della festa della donna. di Laura Faccio Mi presento, Laura Faccio, residente a Carnate ( Mi) ed allenatrice settore giovanile Atletica Leggera, ho praticato sport -atletica leggera per 20 anni dal 1973 al 1993 ed ho vestito 11 volte la MAGLIA AZZURRA della nazionale Italiana ( 7 ufficiali e 4 rappresentative ). Premessa , non mi sento una femminista nel termine puro della parola, tutt'altro, ma apprezzo lo sforzo della moderna societa' di dedicare un giorno simbolo per festeggiare il ruolo della donna intesa come tale , il mio intervento e’ fine a se stesso e serve per ricordare che lo sport e’ anche femminile. Questa mia lettera nasce da una riflessione fatta durante lo svolgimento degli ultimi GIOCHI OLIMPICI INVERNALI appena conclusi . In quello incredibile e suggestivo scenario l'immagine dello sport al femminile e' uscito ancora una volta forte e vigoroso. L'immagine della donna atleta "ITALIANA" e' stata esaltata , ed ha preso il cuore degli sportivi italiani e non , che forse fino ad oggi non avevano creduto in uno sport al femminile. Belmondo , Ceccarelli, Zoeggeler e Paruzzi oggi cosi' come Di Centa , Compagnoni o le mie piu' "vicine" Simeoni, Dorio di ieri ci hanno fatti sentire fieri ed orgogliosi....come altre atlete piazzate e meno note. Ma quanti sforzi ci sono voluti per arrivare a tanto ... , ed il ruolo di donna , che la societa' gli attribuisce e' forse stato intaccato nel raggiungere tali traguardi? Dal mio punto di vista le cose in questi ultimi anni sono cambiate , ma vi posso assicurare che ancora qualche notevole difficolta' le donne nello sport le hanno. Nel mio piccolo posso dire di avere vissuto le stesse emozioni , soddisfazioni e aver affrontato i sacrifici di queste atlete ed essermi scontrata , in tempi diversi , nel sopra citato dilemma. Ho vestito la maglia azzurra negli anni che vanno dal 1983 al 1992 , ma , ed e' questa la mia riflessione , senza mai perdere di vista la mia vita quotidiana ed il mio ruolo socialmente definito di donna, madre, moglie, educatrice , lavoratrice ( ovviamente questo vale anche per coloro che non hanno ottenuto risultati di alto livello , ma che nello sport si sono impegnate e si impegnano). La gente comune pensa che gli atleti spesso siano dei soggetti che vivono isolati in un loro mondo , legato solo dal successo personale. Non e' vero , agiscono e vivono la loro vita , a partire da una scelta precisa , dettata dalla loro evidente capacita' fisica e psichica. Porto come esempio la mia personale esperienza. Ho cominciato a fare atletica alla eta' di 13 anni , e con notevole difficolta' , perche' allora il modo di vedere lo sport in genere era molto diverso da quello odierno, sopratutto per le donne. Ho dovuto combattere contro i miei stessi genitori , che non volevano che io facessi attivita' fisica, poiche' ritenevano che una ragazza non poteva sostenere tali sforzi e i sacrifici . E poi che vita poteva avere una che si impegnava in duri allenamenti , e che la domenica doveva sempre andarsene a gareggiare nei luoghi piu' incredibili del paese? Quando avrebbe potuto avere il tempo di pensare ad una eventuale famiglia , ai figli a quelle cose che normalmente appartengono al ruolo di donna!?. Studiavo e mi allenavo, lavoravo e mi allenavo , viveno insomma la mia vita di tutti i giorni e mi allenavo. Ho tenuto duro mi sono sacrificata ho lottato sempre continuando a svolgere questa mia attivita' sportiva senza allontanarmi dalle cose comuni della vita quotidiana. Nel 1981 mi sono sposata , e ho trovato in mio marito un forte alleato , perche' anche lui atleta , non ha avuto difficolta' a capire e comprendere le mie esigenze. Nel 1983 , mi e' giunta la prima convocazione per una NAZIONALE , per una minifestazione un po' particolare, Campionati del Mondo di corsa su strada a Staffetta sulla distanza della maratona ( 42.195 mt.) a TOKIO ( JAP). Dovevo allontanarmi da casa e dal lavoro ( lavoravo a Carnate in una ditta di confezioni) per 15 giorni. E qui mi sono scontrata con un'altra dura relata' , la mia datrice di lavoro non voleva lasciarmi il permesso di assentarmi dal lavoro ed ha minacciato di licenziarmi se io mi fossi allontanata per quel periodo. Io sono partita ugualmente , perche' partecipare ad una NAZIONALE e' una delle massime aspirazioni per un atleta. Per fortuna la mia datrice di lavoro ha capito , e non mi ha licenziato. Certo che un calciatore , se poi dovesse essere chiamato in nazionale, non avra' mai questi problemi!. Anno 1984 , la vita continua, e' l'anno OLIMPICO , a LOS ANGELES ci sono le Olimpiadi estive , io arrivo terza ai Campionati Italiani nei 1500 mt. , vince Gabriella Dorio che poi vincera' le stesse Olimpiadi . Io faccio un altra scelta , che la stessa Dorio fara' qualche anno dopo, e mentre lei conquista la medaglia d'oro io sono in gravidanza. Si , perche' ritenevo che mi mancasse qualche cosa per completare la costruzione di una vera e propria famiglia, cioe' un figlio ed anche se il terzo posto ai Campionati Italiani mi poteva aiutare nello sviluppo della mia carriera , ho deciso di attuare questa scelta. Ritengo di aver fatto una cosa giusta in quanto dopo la maternita' , anche se avevo un problema in piu' , ho ottenuto i miei migliori risultati , grazie anche alla serenita' raggiunta. Ho partecipato infatti a quattro Campionati del Mondo di Corsa campestre ed ad un altro Campionato del Mondo di staffetta su strada oltre ad aver ottenuto diversi piazzamenti ai Campionati Italiani e manifestazioni internazionali ( vedi biografia). Mi sono allenata sempre in una relata' anonima , infatti nel mio paese in quegli anni nessuno mi conosceva e non vi erano strutture sportive, che invece ora ci sono. Ho avuto la fortuna di trovare lungo la mia strada prima il Prof. Cosimo CACCIAPAGLIA che mi ha aiutato a superare i primi problemi e portata ai primi successi , e poi il prof. Giorgio RONDELLI , l'allenatore di Cova Alberto e Panetta Francesco , e di essere stata vista da loro come un ATLETA senza alcuna discriminante e pregiudizi . Ma nel frattempo ero sempre madre e moglie, mio figlio cresceva e con lui le mie responsabilita' che come qualsiasi altra madre ho affrontato. Quando ho cominciato a capire che la fine di una carriera sportiva non era lontana , ho anticipato gli eventi ed ho fatto la scelta di diventare madre per la seconda volta , e quindi interrotto la mia attivita’. Per concludere , prima un consiglio alle "nuove leve", non abbiate alcun timore o pregiudizio nello svolgere la vostra attivita' fisica , non puo' che esservi utile. Invece la mia riflessione si conclude con questo invito , ricordatevi , ogni volta che vi alzate in piedi difronte ad una prestazione esaltante della Belmondo, della Ceccarelli, della Paruzzi o della Zoeggeler , che dietro a quel risultato non c'e' solo sacrificio , sofferenza, passione , ma c'e un ATLETA ed anche e sopratutto una DONNA. Cordiali saluti. Laura Faccio, 8 Marzo 2002
|
|
|
Spazio disponibile per pubblicita' - postmaster@sportinlinea.it - Tel/fax 0331-956683 |